Villa Lante a Bagnaia: armonia perfetta tra arte, natura e potere
Nella frazione di Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo, sorge uno dei più straordinari esempi di architettura rinascimentale e paesaggismo manierista: Villa Lante. Un luogo dove l’acqua è elemento particolarmente presente tra fontane e cascate, e il giardino diventa un teatro simbolico dell’arte e del potere.
Le origini: caccia, cardinali e architetti
La villa fu concepita nel 1511 come casino di caccia per il cardinale Raffaele Riario, ma solo nel 1566 il cardinale Gianfrancesco Gambara ne avviò la trasformazione in residenza monumentale, affidando il progetto al celebre Jacopo Barozzi da Vignola, uno dei maestri del Rinascimento.
Le palazzine gemelle: Gambara e Montalto
Il complesso è composto da due palazzine simmetriche, immerse nel verde:
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Palazzina Gambara: decorata con affreschi allegorici e motivi naturalistici, riflette la visione cosmica e teologica del cardinale Gambara.
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Palazzina Montalto: costruita successivamente dal cardinale Alessandro Peretti di Montalto, arricchita da decorazioni più tarde e ambienti di rappresentanza.
Queste palazzine non dominano il giardino, ma si integrano con esso, in un dialogo continuo tra architettura e paesaggio.
Il giardino manierista: un viaggio tra i quattro elementi
Il giardino si sviluppa su quattro terrazze digradanti, ciascuna dedicata a un elemento del cosmo, che invitano alla contemplazione:
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Terra: viali geometrici, siepi scolpite e giochi prospettici
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Acqua: fontane scenografiche come la Fontana dei Giganti e la Fontana dei Mori
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Aria: logge aperte, scalinate e punti panoramici
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Fuoco: simbolicamente rappresentato nei giochi di luce e nella vitalità delle decorazioni
La famiglia Lante della Rovere
Nel XVII secolo, la villa passò al duca Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, discendente dei papi Sisto IV e Giulio II, che ne arricchì gli ambienti con nuove opere e decorazioni, conferendole il nome attuale: Villa Lante.
Un patrimonio nazionale
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Dichiarata monumento nazionale, nel 2011 è stata dichiarata “Parco più bello d’Italia”; oggi è aperta al pubblico per visite, eventi e percorsi culturali.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, sia per i giochi d’acqua, sia per le cascate gocciolanti dei grottini. Il barco, ossia la riserva di caccia, è preesistente alla villa ma dalla fine del ‘400 venne trasformato in parco. Venne recintato e fu lasciata la vegetazione naturale compresi gli alberi per gran parte della sua estensione. Furono creati lunghi viali che lo dividevano in vari appezzamenti e vennero piantati anche alberi da frutta e una parte del parco veniva coltivato a orto. Fu costruito, anche, un acquedotto per portare l’acqua nelle fontane del parco e un pozzo per il ghiaccio.
Anche questo edificio si presenta a pianta quadrata sovrastato da una altana, anch’essa quadrata. Nonostante queste similitudini, le palazzine, furono costruite in periodi diversi e da diversi proprietari. Infatti la palazzina Montalto fu costruita dopo la morte del cardinale Gambara, avvenuta nel 1587; gli succedette il cardinale Alessandro Peretti di Montalto che completò il progetto iniziale facendo costruire il secondo edificio che porta il suo nome. Si differenzia dalla sua gemella per gli affreschi raffigurano figure classiche, mentre nella palazzina Gambara sono di natura paesaggistica.
La villa si presenta con due palazzine gemelle circondate da un bellissimo parco, da terrazze con particolari fontane del Giambologna e, all’ingresso, un giardino all’italiana ideato dal Vignola, con intervento di Giacomo del Duca, che risulta essere tra i più famosi giardini italiani. La Palazzina Gambara fu la prima ad essere costruita, nella seconda metà del 1500 e presenta una pianta quadrata sovrastata da una altana, anch’essa quadrata. Lungo il sottotetto corre un fregio scolpito con i simboli del Cardinale Gambara rappresentanti il gambero, una fiaccola accesa simbolo del fuoco del martirio, una cometa con la data 1578 per ricordare il passaggio dell’astro. Al piano terra si apre una loggia finemente affrescata con paesaggi relativi a Bagnaia, Palazzo Farnese a Caprarola e Villa d’Este a Tivoli; mentre ai piani superiori si aprono stanze riccamente decorate complete di arredi.